Die Ferien sind vorbei.

Sembra ieri che finivo una lunga e travagliata stagione lavorativa. Era il 31 di Ottobre e davanti a me c’era il solito lungo e freddo inverno inoperativo fatto di lunghe giornate vuote ed interrogativi sul futuro.

Invece questa volta, tra la solita mesata a Tenerife, e tanti piccoli viaggetti in Italia e Germania, la faccenda è scorsa via veloce tanto che tra due settimane è già ora di ricominciare a lavorare. Rimane sempre quella sensazione di non aver fatto abbastanza, ma in realtà quest’anno me la sono giocata abbastanza bene. L’ultimo dei viaggi è stata in quella Germania tanto cercata, ed andarci in treno te la fa sentire ancora più vicina. Pensare che fino a Novembre sarà incastrato nella lovely Romagna mi da un piccolo senso di oppressione, ma già penso alle mie fughe nei lidi ravennati e allora addio inverno, benvenuta primavera, ma sai sto già pensando all’estate.

Classifica Dischi 2023.

1)Stereo Mind Game   Daughter 

Lo ammetto: è il mio primo disco intero dei Daughter. E lo faccio con grandi sensi di colpa, perché il terzo lavoro del trio inglese è tutto quello che ha bisogno l’indie rock nel 2023. Oso dicendo che se fosse uscito negli anni ’90 sarebbe diventato un disco cult. Power trio come una volta: chitarra-basso-batteria, voce eterea, suoni alla 4AD, produzione ridotta al minimo, registrato benissimo,  per un disco che da inizio anno ancora non stanca.

Canzone: Be on Your Way.

2)Is It? Ben Howard

Uscito a soli due anni di distanza da “Collections From the Whiteout”, presenta gli stessi pregi e gli stessi difetti, migliorando però nella lunghezza. Come ben sapete Ben Howard è l’ultimo in ordine di tempo dei miei eroi musicali, ma dopo un inizio sfolgorante è arrivata una evoluzione che però è un pò una involuzione. Non c’è più Aaron Dessner dei The National a produrre il disco, ma l’impronta è rimasta: troppe drum machines, troppi loop, e troppe cose cervellotiche fanno perdere il focus al nostro Ben su quelle che sono le cose più importanti: le canzoni. Nonostante tutto sono stato indeciso fino all’ultimo se metterlo al primo posto, perché la classe non è acqua, ma la copertina è veramente orribile.

Canzone: Moonraker.

3)Fantasy M83

Avevamo lasciato i nostri amici francesi con un disco diventato quasi leggendario (almeno per gli anni 2000), e un seguito poco riuscito nel 2016, probabilmente schiacciato dal successo strepitoso di “Hurry Up, We’re Dreamin”. Con questo “Fantasy” si si è cercato di tornare alla formula che tanto è piaciuta: fatta di momenti epici, cavalcate strumentali, tappeti  sognanti di synth  e poche, poche parole. Fa sorridere che il singolo di lancio ne contenga solo due, ma è perfetto così.

Canzone: Oceans Niagara. 

4)This Stupid World Yo La Tengo

Uno dei primi dischi usciti quest’anno mi pare fosse Gennaio. Parte fortissimo con un “classico” pezzo alla YLT: una cavalcata di più di 7 minuti dove le schitarrate  duellano  con la psichedelia.  Anche il resto dell’album potrebbe provenire da qualsiasi  epoca della loro ormai trentennale carriera. Non ha difetti, tanto che potrebbe essere stato generato da un intelligenza artificiale, copertina compresa, quindi ha la colpa di non aggiungere o togliere niente di quello che hanno già fatto.

Canzone: Sinatra Drive Breakdown.

5)Javelin Sufjan Stevens

Quando  uscì il suo ultimo disco eravamo in tempo di covid, di zone rosse ed era da poco uscito “Call me by your name” e Sufjan era all’apice della sua popolarità, almeno in Italia. Quel disco pesante pieno di synth e atmosfere cupe spense i facili entusiasmi degli ultimi arrivati, e per fortuna. Anche questo Javelin non è un disco facile, ma è molto diverso da “The Ascension”. Uscito un pò a sorpresa, tra la notizia della sua malattia, e della perdita del suo compagno, non brilla certo per l’ottimismo, ma per le atmosfere intime, fatte di dolci arpeggi e melodie alla sua maniera. Chiude l’album una cover di Neil Young quasi irriconoscibile, anche perché l’originale ha un arrangiamento talmente brutto che te la fa odiare.

Canzone: Will Anybody Ever Love me?

6)(Whirring Marvels In) Consensus Reality

Eluvium

Questo disco è tanto bello quanto difficile da descrivere. La mente di Matthew Cooper ha forgiato questa formula di ambient orchestrale fatto con componenti elettroniche, ma anche pianoforti, droni, campionamenti e tastiere. Il risultato è qualcosa di ipnotico, rilassante ma anche potente allo stesso tempo.

Canzone: Endless Flower.

7)Cracker Island Gorillaz

Comincio dicendo che secondo il contatore di iTunes questo è stato il disco che ho ascoltato di più in questo 2023. Si perché è tanto trash quanto divertente. Pieno di ospitate, finalmente si torna alla forma canzone, e sopratutto finalmente si libera di tutto quel rap del cazzo che aveva veramente stracciato i maroni nei due album precedenti. Gli ospiti sono il vero core business del disco, caratterizzando secondo il loro stile le varie canzoni, che scorrono veloci come l’estate 2023.

Canzone: Cracker Island.

8)The Ballad Of Darren Blur

Un anno di grandi ritorni, e questo è forse il più clamoroso. Anticipato da quella che probabilmente è la canzone più bella dell’anno, arriva a fine estate il nuovo lavoro dei Blur quando ormai nessuno pensava ci sarebbero stati seguiti al poco fortunato The Magic Whip. Poi parliamoci chiaro:  Blur sono sempre stati una band da singoli, con un sacco di filler nei dischi, e questo mantiene la tradizione anche se Albarn e Graham Coxon sono veramente affiatati questa volta, anche se pare che la reunion sia già finita.

Canzone: The Narcissist. 

9)Átta Sigur Rós

Uscito a sorpresa dopo un silenzio di 10 anni, inframezzato da dischi solisti (mal riusciti), allontanamenti, riavvicinamenti, ed energie spese per progetti che esulano dalla musica. Con il gradito ritorno del tastierista, si allontanano dalla deriva quasi “ambient” degli ultimi due lavori, e tornano nella forma “classica” del suono Sigur Ros. Peccato che le canzoni si assomiglino un pò tutte, e nessuna spicchi più delle altre, però c’era bisogno di questo ritorno.

Canzone: Bló›berg

10)Fuse Everything But The Girl

Quando ormai tutti pensavamo che il duo si stesse godendo la pensione, dal nulla sbuca questo disco a 24 anni dall’ultimo “Temperamental”.  E mai ritorno fu più gradito, annunciato solo a disco concluso, senza battage pubblicitario, senza singoloni riempipista a la “Missing”. Ma il risultato è forse il disco più completo della loro discografia, fatto di un elettronica ragionata e di una voce, quella di Tracey Thorn, che riconosceresti in mezzo a mille.

Canzone: Lost.

11)My Back Was A Bridge For You To Cross

Anohni And The Johnsons

Un graditissimo ritorno questo. Lo avevamo lasciato in crisi creativa con un nome che non le apparteneva più, e forse neppure la band. Il primo disco a nome Anohni infatti fu una vera esplosione, grazie sopratutto alla musiche di Oneotronix per dire il vero. Dopo un silenzio di qualche anno torna a sorpresa con i “The Johnsons”, il gruppo con cui eravamo abituati ad ascoltarlo come Antony. Quindi chitarre jazzate, archi e atmosfere vellutate da jazz club fumosi. In pratica un cerchio che si chiude, con un disco che richiama il periodo “The Crying Light” e una copertina (al solito) inguardabile.

Canzone: Can’t.

12)Multitudes Feist

Un bel ritorno per la cantante canadese, dopo alcune uscite non proprio felici. Parte in quarta con “ In Lightning” ma è un inganno: infatti poi il disco continua con piccoli gioielli acustici, spesso solo voce, corde di nylon ed arrangiamenti minimal, fino ad arrivare al pezzo più potente, con echi di Bowiana memoria “Borrow Troubles”: una canzone che vale tutto il disco.

Canzone: Borrow Troubles.

13)Henry St. The Tallest Man On Earth

Ho uno strano rapporto con il nostro amico svedese: i primi dischi osannati dalla critica mi davano fastidio, mentre gli ultimi lavori li adoro, ed ovviamente da nuovo Bob Dylan a chittesincula il passo è stato breve. Dai dischi crudi chitarra e voce si è passati a lavori sempre più arrangiati, e molto bene (basta sentire gli archi di New Religion) anche se il mio pezzo preferito è quello dove canta accompagnato da qualche nota di piano e un chitarrino “But singing is all riiiiiight….”

Canzone: Foothills.

14)Laugh Track The National

Idem con patate, non si capisce l’esigenza di far uscire due dischi a distanza di 6 mesi, quando se ne poteva fare uscire uno unendo le cose migliori e tagliando le tante parti inutili. L’unica consolazione è che qui hanno lasciato aperti i canali della batteria, al contrario del disco gemello.

Canzone: Space Invader.  

15)First Two Pages Of Frankenstein

The National

Tanto tuonò che alla fine piovve. Sono anni che ad ogni uscita del gruppo americano si accompagnavano recensioni catastrofiche che in realtà corrispondevano a dischi ogni volta meravigliosi. Questo non è proprio un passo falso, ma possiamo dire che per la prima volta il livello si è abbassato. Ed è pure comprensibile, tra dischi solisti e collaborazioni dei membri più o meno lecite come quella con Taylor Swift.

Canzone: New Order T-Shirt.

16)Uncertain Country Great Lake Swimmers

E’ possibile  possibile fare il miglior disco della carriera a vent’anni dall ‘esordio? E’ quello che potrebbe essere questo lavoro, di sicuro parte fortissimo, con due canzoni una più bella dell’altra, poi continua senza incertezze fino alla fine, con le sue atmosfere alla Grandaddy, o per chi ha nostalgia di Band of Horses, insomma quella roba che ascolti mentre attraversi le grandi praterie d’America su un macchinone americano col cambio automatico.

Canzone: When The Storm Has Passed.

17)Such Ferocious Beauty Cowboy Junkies

Ennesimo capitolo della loro prolifica carriera, del resto squadra che vince non si cambia. La formula è sempre la stessa: ballads ora acustiche ora elettriche fatte sempre con gusto dai tre fratelli canadesi. Gli ultimi lavori sono stati influenzati rispettivamente dalla perdita della madre, e dalla demenza senile del padre. Insomma roba per chi come me sguazza nelle cose tristi.

Canzone: What i Lost.

18)Hit Parade Róisín Murphy

Nel 2019 uscì  un disco di un misterioso (almeno a me) dj tedesco dal nome DJ Koze. In questo album (che vi consiglio di recuperare) c’erano un paio di pezzi cantati dall’ex-frontwoman dei Moloco. Ora è uscito il nuovo disco a nome Ròisìn Murphy che in è realtà è il nuovo disco di DJ Koze, tutto cantato dalla cantante irlandese. Nella lista compare anche Mad Professor e il disco si ascolta molto bene e anche se non ci sono particolari picchi c’è varietà nei pezzi e ti ritrovi spesso a battere il piedino a tempo, in più è stata la mia colonna sonora mentre passeggiavo nei parchi di Berlino. Adatto a chi vuole un disco di pop/elettronica che non scada nel becero.

Canzone: The Universe.

19)Lovage Timber Timbre

Senza fretta, senza seguire le mode, senza fare singoli piacioni, i nostri amici di Toronto piazzano un discone flawless. A distanza di sei anni dal precedente che poco aveva convinto, Taylor Kirk esce con questo “Lovage” che è il quadrare il cerchio della loro carriera. Influenze di Nick Cave e Leonard Cohen in atmosfere dark ma sempre col ghigno beffardo di chi la sa lunga.

 Canzone: Ask the Community.

20)Supernatural Thing M. Ward

Il nuovo disco di  M.Ward è come una calda zuppa di cavolo quando torni a casa dopo una fredda serata d’inverno: non sarà la pietanza più buona ma è quella di cui hai bisogno. Niente di più rassicurante delle sue dolci melodie, delle sue sinuose chitarre jazzate, e dei suoi arrangiamenti ammiccanti e questi riverberi anni ’50. Peccato però che la canzone migliore sia una meravigliosa cover di un pezzo dell’ultimo disco di Bowie.

Canzone: I Can’t Give Everything Away.

21)Love In The Void Hammock

Per chi non ha paura di un disco strumentale, di più di un’ora fatto di ambienti, droni, atmosfere, ma anche batterie post rock, di delay infiniti e atmosfere alla Twin Picks.

Canzone: Love in the Void.

22)Cousin Wilco

Solo un anno fà  usciva un loro disco con con più di 20 tracce, senza  contaregli altri lavori usciti a cadenza quasi annuale. Purtroppo però per ricordarsi l’ultimo disco bello dobbiamo tornare a “The Whole Love” del 2011. Questa volta i nostri tornano a fare un disco in maniera tradizionale, non in presa diretta e con un vero produttore, e i risultati si sentono: con arrangiamenti mirati e stratificazioni di suoni. Peccato che rimane sempre il peccato originale da dieci anni a questa parte: non dare libero sfogo a quei due fuoriclasse che si trova in squadra Nels Cline e Glenn Kotche. Menzione speciale per la copertina più bella dell’anno.

Canzone: A Bowl and a Pudding.

23)Pendant World Balmorhea

I Balmorhea sono un duo proveniente dal Texas, ormai all’ottavo album. Il termine post rock gli sta molto stretto, visto che la loro musica è fatta di atmosfere rarefatte, pianoforti, archi e a volte batterie minimali. Questo, come il lavoro precedente esce per la Deutsche Grammophone, il che gli regala un ulteriore alone di autorevolezza ma allo stesso tempo incute anche timore.

Canzone: New Conditions.

24)Mid Air Romy

Partiamo da qualche considerazione: amiamo alla follia i The XX; ogni componente ha fatto uscire un disco solista; quello di Jamie XX è meraviglioso; Quelli di Oliver Sims e Romy sono BAH. Parlando di quest’ultimo, è forse il peggiore: easy-disco, musichetta da discoteca pre-serata, cassa dritta cantata che nemmeno allo Hi di Ibiza potrebbe piacere a tutti quei brits la Domenica sera. La cosa più assurda che altri singoli di livello più alto che erano usciti come solista non sono nel disco, va bè: ora che sono tre pari, possono tornare a scrivere come XX. Speriamo.

Canzone: Enjoy your Life.

25)For That Beautiful Feeling The Chemical Brothers

Anche se è un classico disco alla CB, questo ultimo ho fatto fatica a capirlo, non perchè sia brutto o anonimo, anzi. Però per quanto lo ascolti,  apprezzi i suoni, il groove ma non ti rimangono in mente i pezzi, tantomeno nessuno dei singoli. Magari alla lunga verrà fuori e diventerà uno dei miei preferiti, ma per adesso rimane in un limbo e faccio davvero fatica a giudicarlo.

Canzone: No Reason.

26)The Night Safari Patrick Wolf

Si lo so, è solo un EP ma non avevamo tracce di lui da dieci anni, e magari è solo il preludio di un nuovo album. Tra l’altro i pezzi sono belli e ricchi di arrangiamenti come piace a lui. E a noi.

Canzone:  The Night Safari.

28)Wide Open Light Ben Harper

L’impressione ormai da qualche anno, è che il caro Ben abbia deciso di fare i dischi un pò a culo, forse perchè non ha più contratti vincolanti con la casa discografica, o forse ha solo voglia di fare qualcosa di diverso, non saprei, ma tra dischi strumentali, ed altri ipo-prodotti la sensazione è questa. Alla fine però questo suono un pò garage, un pò lo-fi non dispiace in mezzo a tutte queste mega produzioni che sembrano di plastica, forse ci siamo solo abituati male le orecchie, ed allora continua a suonare vecchio Ben.

Canzone: Yard Sale.

29)Bird Machine Sparklehorse

Mi spiace, ma per quanto ho amato gli Sparklehorse, io detesto queste operazioni-zombie. Mark Linkous ci ha lasciato anni fa con un gesto estremo, e ci ha lasciato in eredità 4 dischi a nome Sparklehorse più tanti altri progetti validi come quello con Danger Mouse. Andare a rovistare nei suoi cassetti per raccogliere quello che aveva scartato, tra l’altro aggiungendo produzione e arrangiamenti da chi chissà chi non è un buon modo per ricordarlo. Scherza coi fanti e lascia stare i santi.

Canzone: Chaos of the Universe.

30)Sometimes You Hurt The Ones You Hate

Damien Jurado

Soprassediamo sul secondo disco uscito a fine estate. E’ questo il classico disco del nostro Damien, quello che fa uscire ogni santo anno cascasse il mondo, 23 minuti di canzoni voce/chitarra acustica e poco altro. Sempre uguale, sempre diverso.

Canzone: I Was a Line.

31)But Here We Are Foo Fighters

La storia la sappiamo tutti: il batterista muore e il povero Dave si ritrova di nuovo un in un gruppo lanciatissimo azzoppato in corsa. Diciamo che ora la perdita è minore ed infatti il nuovo disco suona identico agli altri, anche perché le batterie comunque le suonava lui. Il disco suona tanto bene quanto è scontato: Virgin Radio può stare tranquilla e metà del palinsesto è assicurato anche per quest’anno.

Canzone: Under You.

32)GUT Daniel Blumberg

Il povero Daniel è stato malissimo: una imprecisata malattia allo stomaco lo ha debilitato talmente che l’intero disco (un EP per la verità) è incentrato sul suo dolore nelle viscere. E al suo solito, la sua musica è talmente intensa che puoi perfino sentirlo, il che rende il disco tanto potente quanto di difficile fruizione.

Canzone: Gut.

33)Playing Robots Into HeavenJames Blake

Di sicuro non è il suo disco più riuscito, di sicuro non è quello più facile, anche se sprazzi della sua classe escono fuori now and then.

Alcuni pezzi sono talmente brutti o fastidiosi che all’inizio stava per finire tra i “dischidemmerda”, poi ascoltandolo attentamente ogni tanto vengono fuori i suoi lampi e speri che esca un disco di elettronica di classe come sa fare lui, ma anche rimane sempre un senso di incompiuto. Peccato perchè gli ultimi due lavori li avevo consumati ma qui bisogna ammettere di essere davanti ad un involuzione.

Canzone: I want You to Know.

34)Keeping Secrets Will Destroy You

Bonnie ‘Prince’ Billy

Tanta acqua è passata sotto i ponti da quando organizzammo un suo concerto al Centro Sociale, ancora mi pare si facesse chiamare Palace Brothers. Lui non vede più  la darkness, e pure da me viene a visitarmi meno spesso. Questo si riflette nella sua musica, che da cupa e negativa, col tempo è diventata solare e sempre più luminosa. Zero sessione ritmica, ma archi e campanellini, arpeggi e controcanti di Dana Waters sempre preziosi.

Canzone: Willow, Pine and Oak.

35)Flying Wig Devendra Banhart

Questo disco è un viaggione che il nostro amico Devendra si sarà fatto dopo un numero imprecisato di tromboni. E’ tutta un’atmosfera rarefatta, suoni ovattati lisergici e ritmi stanchi. Nulla aggiunge e nulla toglie a una discografia ormai fin troppo lunga.

Canzone: Sirens.

36)In Times New Roman…

Queens Of The Stone Age

Ha ancora senso nel 2023 ascoltare un disco tutto chitarre elettriche e batterie pestate come questo? Iniziamo dicendo che quello che avevano da dire di buono l’hanno fatto più di venti anni fa. Diciamo anche che per strada hanno perso bassisti fuori di testa e collaboratori da novanta come Grohl e Lanegan, però come dei moderni dinosauri hanno la dignità di continuare a seguire un filo, senza cadere in facili tranelli infarcendo dischi con elettronica oppure ospitate per calamitare un pò di attenzione. Entra in classifica perché seguo Josh Homme dai tempi dei Kyuss (chi l’avrebbe detto che sarebbe finita così?!) e perché magari a qualche ragazzino viene voglia di comprare una chitarra elettrica per natale.

Canzone: Negative Space.

37)Motorcycle Madness Damien Jurado

Noi vogliamo bene al nostro omone canadese con qualche problema di socialità, ma far uscire ben due dischi in un anno, con questo secondo registrato un pò alla cazzo di cane, e con un suonatore di sax messo lì a disturbare per metà disco, mette la nostra pazienza un pò alle corde. Parte come un disco garage alla Pavement registrato male, finisce con le sue ballate acustiche scarne, ed è la parte migliore del lavoro.

Canzone: Song for Catherine Kerkow.

38)Quiet Beach House Nights Sun Kil Moon

Ormai l’arrivo di un nuovo disco di Mark è visto con terrore da noi fan dei Red House Painters della prima ora. Da un lato sai che sarà il solito mattone con infinite canzoni di dieci minuti dove lui parla del gatto del vicino o di cosa ha mangiato a cena, dall’altro la riconoscenza per aver scritto delle cose così belle, e la speranza che prima o poi gli rivenga la voglia di farlo ancora, ci spinge ad ascoltare per l’ennesima volta l’ennesimo disco con infinite canzoni di dieci minuti dove lui parla del gatto o del vicino di casa.

Canzone: Quiet Beach House Nights.

39)Atum: A Rock Opera In Three Acts The Smashing Pumpkins

Beh, ragazzi: non solo è orribile, non solo è lungo come tre dischi, ma hanno avuto pure il coraggio di dire che era il nuovo Mellon Collie. Straight to: #dischidemmerda.

40)Did You Know That There’s A Tunnel Under Ocean Blvd    Lana Del Rey

Si, è il solito disco noioso, prodotto malissimo e pure lungo. Risparmiatevi la fatica.

Postdamer Platz

Sono tornato a Berlino, che dopo Barcellona è una delle città che ho visitato più volte, ma ogni volta che vado scopro nuove sfumature. Come dicono i tedeschi: non c’è cattivo tempo, solo cattivo abbigliamento; quindi questa volta sono partito attrezzato come non mai per non patire il gelo di Köln dell’ultima volta. Purtroppo le mie buone intenzioni di parlare tedesco si sono subito affrante contro le prime difficoltà, ed il fatto di stare insieme a gente che era tutto tranne che tedesca. Scorpacciata di strudel e falafel, gran camminate, e grandi maledizioni alla gente che nel 2023 continua a fumare dentro i locali: Seriously?! Ma più che i monumenti, che le feste infinite che se non ti sniffi pure le pareti vorrei sapere come fanno, più che le bellezze locali, più che le bäckerei con i pretzel, mi sono goduto l’appartamento berlinese, col il suo pavimento di legno che cigola come un vascello antico, con il suo cesso dove puoi ammirare la tua cacata nel suo splendore, le sue finestre con mille aperture dove poter fare il Luftüng alla mattina, e le sue piante che mannaggia, sono più belle delle mie.

Tirare le somme.

E’ quello che puntualmente faccio a questo punto dell’anno. Un’altra esperienza lavorativa volge al termine: coinvolgente, stancante, entusiasmante, intensiva. Tante facce viste, persone conosciute, mani strette, amicizie fatte, momenti di panico, altri di noia mortale, altri di esaltazione. Kg di dolci più o meno sottratti illegalmente dalla sala, litri e litri di caffè americano bevuto, e tanti km percorsi tra Pesaro e Riccione visto che questa casa maledetta non si trova. Ora è giunto il momento del sacrosanto riposo, dei viaggi e delle pile ricaricate, cercando di non andare in overthinking come spesso accade quando si ha troppo tempo libero.

Midsommar Chart.

Non ci credereste, ma tra un temporale e un alluvione, siamo già a metà di questo anno dispari che io già lo dicevo sarebbe stato strano. Comunque questo è un post per parlare dei dischi, i migliori usciti ed ascoltati dal sottoscritto in questi primi sei mesi. Li metto in ordine alfabetico così non spoilero il classificone di fine anno, che so che ci tenete.

Balmorhea – Pendant World.

Beach House – Become EP

Ben Harper – Wide Open Light.

Ben Howard – Is It?

Cowboy Junkies – Such Ferocious Beauty

Damien Jurado – Sometimes you hurt the Ones you Hate.

Daniel Blumberg – Gut.

Daughter – Stereo Mind Game.

Eluvium – (Whirring Marrels) Consensus Reality.

Everything But The Girl – Fuse.

Feist – Multitudes.

Foo Fighters – But Here We Are.

Gorillaz – Cracker Island.

Great Lake Swimmers – Uncertain Country.

Hammock – Love in the Void.

Lana del Rey – Did you Know There’s a TunnelUnder Ocean Bld.

M.Ward – Supernatural Thing.

M83 – Fantasy.

The National – First Two Pages of Frankestein.

Patrick Wolf – The Night Safari EP.

Queens of the Stone Age – In Times New Roman…

Sigur Ròs – Atta.

Smashing Pumkins – Atum II/III.

The Tallest man Of Earth – Henry St.

Yo la Tengo – This Stupid World.

*discodemmerda: Mac De Marco – Five Easy Hot Dogs.

New Life. Again.

Ci risiamo: per l’ennesima volta resettiamo tutto e ricominciamo da zero. Anche se in realtà avrei voluto tornare in Spagna, alla fine ho deciso di dare l’ultima possibilità alla Romagna, passando da una realtà piccola, al gruppo più grosso e potente della zona.

Ho dovuto comprare un vestito, e ho dovuto riguardare i tutorial su come allacciare la cravatta. Ho dovuto imparare un nuovo gestionale che sembra uscito dalla mente malata di uno psicopatico. Ho dovuto mettere la sveglia alle 6 del mattino, ed ogni giorno mi faccio un’ora e mezza di statale con la macchina.

Per adesso non mi fa impazzire, ma ormai sono in gioco e si tiene duro almeno fino a Settembre, chi vivrà vedrà.

Micah IV

Ho perso il conto dei suoi concerti, ma credo di essere almeno al quarto o qunto. Seguo il folletto texano dalle grandi orecchie a sventola da quando nel 2008 uscì Micah P. Hinson And The Red Empire Orchestra  e fu subito amore incondizionato. Nessun altro disco ha raggiunto quei picchi di emotività, però continuo a seguirlo ed ascoltarlo fedelmente come fosse un vecchio amico.

Per la prima non ho dovuto fare km per andare al Bronson o all’Hana-bi (dove è di casa) perchè ironia della sorte, ieri suonava proprio a casa mia, e infatti sono andato fino al teatro sperimentale a piedi. Fa sempre strano assistere a un concerto seduti, una volta mi faceva schifo, ma ora, a questa veneranda età, inizio ad apprezzarlo.

Un tour europeo di una quindicina di date, dove nove sono solo in Italia, fa capire quanto Micah sia ormai entrato nelle grazie di questa terra (una delle cose inspiegabili di questo paese) Non solo, disco registrato in Italia, con componenti italiani, gli stessi che si sta portando in tour. E devo dire che i due compari sono proprio bravi, finalmente un concerto con dei bei arrangiamenti e non buttato in caciara come è spesso fare. Suoni impeccabili, voce completamente fuori dal mix come al solito, e colpisce anche la totale mancanza di reverberi o effetti, in totale contrasto con l’andamento generale della musica attuale dove vocoder e autotune tendono invece a mascherarla il più possibile.

Insomma, Micah promosso come sempre, e pure Pesaro, che per una notte è stata con due concerti in contemporanea, una vera capitale indie. Per una notte, eh.

Tenerife on my mind.

E anche quest’anno un salto nel mio angolo del mondo preferito sono riuscito a farlo. Incastrato tra le aperture ordinarie e straordinarie in hotel, non ho perso tempo e ho preso i primi voli Ryanair disponibili. Un volo che ogni volta è una sofferenza, quattro e mezza tra gambe che non ci stanno, noia, e bambini urlanti. Però poi arrivi e a Gennaio sfoderi canotte e costumi, e ogni giorno una nuotata pensando al gelo che attanaglia altre latitudini. Visto che il tempo era poco questa volta ho abbandonato ostelli e soluzioni low-cost per il “lusso” di un appartamento, anzi due nel cuore di Las Americas, là dove la lingua ufficiale è l’inglese e il vento maledetto non soffia mai. L’unica parte negativa è che sono tornato troppo presto e domani iniziano i giorni della merla e io non so che pesci prendere, anche perchè come al solito, siamo in tempi di cambiamenti, e non so proprio come affrontare la vita, sopratutto senza sole.

Classifica Dischi 2022

1)Beach House – Once Twice Melody

Questo non è un disco, è una enciclopedia sul come fare una disco monumentale di indie rock, facendo la stessa canzone mille e mille volte, ed ogni volta essendo originale. Un dream-pop che ha girato per mesi nelle mie orecchie, uscito inizialmente come 4 EP, e poi riuniti dentro un unico grande disco. Se lo mettete in auto mentre guidate, può condurvi in capo al mondo senza accorgervi, vi porta in una dimensione spazio/temporale dalla quale è difficile uscire.

Canzone: Once Twice Melody. https://youtu.be/0Kv43jN0f5c

2)Barzin – Voyeurs In The Dark 

Barzin rimane un mistero per me: ogni disco è una meravigliosa gemma, ma pare che io sia l’unico che lo apprezzi nell’universo. Ci sono voluti nove anni per un nuovo disco, trenta minuti scarsi di undici canzoni, di cui quattro sono intermezzi musicali. Beh, ascoltatelo perché ne vale la pena. Atmosfere notturne, chitarre jazzate alla Radiohead, piccole drum machine, e quei riverberi che piacciono a lui.

Canzone: Watching.  https://youtu.be/Q78HxrG2AFY

3)Bill Callahan – YTI⅃AƎЯ 

Dopo averlo letteralmente venerato per più di 15 anni di dischi, anzi gioielli a nome Smog, mi rimane sempre un pò complicato giudicare i lavori a nome Bill Callahan, sopratutto dopo che è diventato padre di famiglia. Diciamola tutta: gli ultimi due dischi chitarra/voce registrati nel bagno di casa erano una gran rottura di coglioni. Per fortuna con YTILAER torniamo al formato band, e con quella bestia di Jim White alla batteria le aspettative sono altissime. Infatti la seconda metà del disco, quella più suonata e arrangiata è quella più valida, la prima metà invece ancora soporifera. La classe non si discute e indietro non si torna, ma la sensazione è quella di vedere Maradona giocare negli ultimi anni della carriera, sovrappeso e fatto di bamba.

Canzone: Coyote. https://youtu.be/1FQ216AznlY

4)Cass McCombs – Heartmind 

Altra meraviglia, altro mistero del perché piaccia solo a me. Siamo arrivati al decimo disco, ed ognuno è una perla di songwriting che che strizza sempre più l’occhio all’eleganza di John Martyn. Ci sono le melodie, gli arrangiamenti e un pò pazzia nella direzione che il disco non prende mai, bensì gira come una ruota impazzita.

Canzone: Unproud Warrior. https://youtu.be/lRzr6xQP47s

5)Sharon Van Etten – We’ve Been Going About This All Wrong 

L’avevamo lasciata prima della pandemia, con un discone super-prodotto, con spezzoni catchy, strati di synth, e il piedino che teneva il tempo. La ritroviamo in una dimensione più cantautorale, quella che le apparteneva prima, fatta di chitarre, arpeggi e ballatone. Devo dire che preferisco questa versione, quella con cui l’abbiamo conosciuta, che è quella che piace a noi depressi cronici, anche se per i fans dell’ultima ora ci sono i bassi synth di “Mistakes”.

Canzone: Come Back. https://youtu.be/8k5go022EHE

6)Band of Horses – Things Are Great 

Tutti vogliamo bene ai BOH, i primi due dischi sono pietre miliari dell’indie rock. Poi tra dischi poco riusciti e troppe collaborazioni li avevamo un pò persi. Questo lavoro è un bel ritorno allo stato di forma iniziale, e come sempre la produzione di Dave Fridmann da quella marcia in più. Purtroppo mancano i singoloni come “Is There a Ghost”, ma il livello rimane alto per tutto il disco.

Canzone: Coalinga. https://youtu.be/HmjTZ4RfsJE

7)Arcade Fire – We 

Dopo essere stati incensati dalla stampa fin dalla prima uscita (e a buon ragione) ora dopo scandali, mezzi passi falsi e dipartite, sembra che siano i reietti dell’ indie rock. Non erano i Beatles prima, e non si sono rincoglioniti adesso. Da vivo spaccano il culo ancora a tutti, e “Everything Now” io l’ho adorato. Probabilmente è il disco più debole della discografia, ma forse c’è uno dei pezzi più belli, e comunque, avercene di band così.

Canzone: Unconditional I https://youtu.be/FdXRbOrsyRY

8)Wilco – Cruel Country 

C’è stato un momento, in cui i Wilco erano la band più figa sulla terra. Almeno tre dischi perfetti uno dietro l’altro, Nels Cline che impreziosiva tutto con la sua chitarra sghemba, e Glenn Kotch con la sua batteria fantasiosa. Poi qualcosa si ruppe: una serie di album tanto brutti quanto fastidiosi. Ora finalmente si inverte la tendenza: un ritorno alle origini e alla semplicità, una ricerca delle melodie e non della cacofonia. Non ci sono pezzoni, ma tutto il disco rimane su un buon livello. Certo, è troppo lungo (21 canzoni che potevano benissimo diventare la metà) e la batteria continua misteriosamente ad essere castrata, ma almeno è un disco che si ascolta volentieri e non è fastidioso come gli ultimi dischi.

Canzone: Ambulance. https://youtu.be/2m4wAUcs3v4

9)S. Carey – Break Me Open 

Lui è il braccio destro di Bon Iver, e tra l’indifferenza generale, è arrivato al quarto disco. Anche se è batterista, nei suoi lavori la batteria non è ma protagonista, bensì lo sono i tastieroni per creare tappeti sonori, e e la sua voce quasi sempre sospirata. Questo è il lavoro più riuscito, anni luce da Justin Vernon, ma sa regalare momenti di grandeur, specialmente nella seconda parte.

Canzone: Crestfallen. https://youtu.be/-DCvtge-fIY

10)Bonobo – Fragments 

Visto che Four Tet e Jon Hopkins ultimamente sono latitanti, sfoghiamo il nostro bisogno di musica elettronica con Siomn Green aka Bonobo. Non sbaglia un disco, anzi: ogni volta aggiunge qualcosa di nuovo e innovativo, dai cori africani alle arpe celtiche, il tutto mentre al bacino viene una voglia irresistibile di ondeggiare al tempo della musica.

Canzone: Otomo. https://youtu.be/MLP487SE2Mg

11)Cowboy Junkies – Songs Of The Recollection 

Un disco di cover. Ammazza che fantasia. Eppure se a farlo sono i mitici canadesi, e se si inizia con Five Years di Bowie, beh, direi che si può fare. In mezzo canzoni di Neil Young, Gram Parson, Cure, ma il meglio arriva con un pezzo meraviglioso dall’ultimo lavoro di Bob Dylan. In sostanza tutte le cover vanno a pescare tra i pezzi minori e alla fine dei conti sono quasi sempre meglio dell’originale.

Canzone: I’ve Made up my Mind to Give Myself to You. https://youtu.be/m0N5CZz9YWg

12)Florence + Machine – Dance Fever 

Siamo arrivati al quinto disco per la rossa Florence, che assieme al suo gruppo è diventata una piccola sicurezza. Ogni lavoro infatti mantiene un livello minimo di dignità, cosa non scontata di questi tempi. Inizia benissimo con “King”, con un bel crescendo Rossiniano. Poi con “Free” con dei suoni di memoria Kraftwerkiana. Il disco scorre con piacere con una linearità quasi inaspettata, il gruppo ormai è sta-oliato e anche se manca una super-hit questo disco si merita una bella posizione.

Canzone: King. https://youtu.be/L62LtChAwww

13)Damien Jurado – Reggae Film Star

E siamo al 21esimo. Puntuale ogni anno il nostro amico canadese timido ci regala un gioiellino ogni volta uguale, ogni volta diverso. Si parte fortissimo con una delle sue canzoni più belle, ma si rimane su livelli alti per tutto il disco (che dura giusto mezz’ora) in compagnia di dolci melodie sussurrate, e deliziosi arrangiamenti sempre al servizio delle cenazoni.

Canzone: Roger. https://youtu.be/-niRGBVvezc

14)Placebo – Never Let Me Go

Anche qui abbiamo un grande ritorno dopo ben 9 anni di silenzio. Ormai ridotto a duo, i nostri eroi si sono leccati le ferite, e hanno registrato un disco convincente. Ben arrangiato, con quasi più synth che chitarre, pecca un pò nelle batterie fatte da turnisti senza tanta autonomia, la disco scorre bene per un’ora e i filler sono giusto un paio.

Canzone: Try Better Next Time.   https://youtu.be/VOVkzL0ga2w

16)Alt-J- The Dream 

Sono passati 10 anni da quando il terzetto di Leeds esordì con un disco meraviglioso che spiazzò tutti con una musica tanto sghemba quanto fresca. Nel frattempo sono usciti altri 4 dischi compreso questo, si sono persi un pezzo per strada, ma continuano con il loro modo di fare musica a loro modo, moderno ma a bassa voce. Dopo un paio di album un pò blandi, qui si si torna ad un lavoro più centrato, grazie anche a qualche pezzo che vira più al pop mantenendo però sempre lo stile e il sound che li rende riconoscibili in mezzo a mille.

Canzone: Happier When You’re Gone. https://youtu.be/rkhGuHoR4nM

17)Yeah Yeah Yeahs – Cool It Down

Quando ormai la speranza di vedere uscire un altro disco, dopo un hiatus di 10 anni era andata a farsi benedire, esce questo Cool It Down così de botto, senza senso. Ed è un piacere sentire Karen e la band meglio di come li avevamo lasciati, senza i Microkorg, rallentando i ritmi, e puntando sulle atmosfere. Nella prima canzone c’è Perfume Genius, e forse per riscattarsi dal discodemmerda che ha fatto uscire quest’anno.

Canzone: Spitting Off The Edge Of The World. https://youtu.be/ckM_TklU_AQ

18)Phoenix – Alpha Zulu

Li avevo lasciati prima della pandemia con un disco imbarazzante per quanto era brutto.Evidentemente si sono ravveduti e sono tornati a una formato stile Wolfgang Amadeus Phoenix, quello che piace a noi. A impreziosire il tutto, c’è pure Ezra Konig che duetta in una canzone, e non è poco.

Canzone: Tonight. https://youtu.be/FxTCTAnTP6Q

19)Blossoms – Ribbon Around The Bomb

Un giorno andavo al lavoro in auto e in radio passano un singolo irresistibile: Shazammo al volo e scopro che è un gruppo di cui avevo sentito qualche singolo ma che non avevo mai cagato. Il resto del disco è un pò meh, la critica li ha massacrati, ma il singolone rimane il più catchy dell’anno, e quindi finiscono alti in classifica.

Canzone:  Ribbons around the Bombs. https://youtu.be/KZjCoMrciss

20)Destroyer – Labyrinthitis

Dopo quel capolavoro del disco precedente, e dopo un pezzo di apertura così, pensavo si continuasse volare alto. Purtroppo il disco si siede e non si capisce più da che parte andare. I have a dream: un disco con i Destroyer e i Cure insieme prima di morire.

Canzone: It’s in Your Heart Now. https://youtu.be/HfM2CZsDrBQ

21)Shout Out Louds – House

22)Moderat – More D4ta

23)Eddie Vedder – Earthling

24)Stars – From Capelton Hill

25)Röyksopp – Profound Mysteries

26)Röyksopp – Profound Mysteries II 

27)Röyksopp – Profound Mysteries III 

28)Lambchop – The Bible

29)The Tallest Man On Earth – Too Late For Edelweiss

31)George Ezra – Gold Rush Kid

32)The Afghan Whigs –How Do You Burn?

33)Calexico – El Mirador 

34)Alvvays –Blue Rev 

35)Micah P. Hinson – I Lie To You

36)Death Cab For Cutie – Asphalt Meadows 

37)Cat Power – Covers 

38)Arctic Monkeys – The Car 

39)Broken Bells – Into The Blue 

40)Ben Harper – Bloodline Maintenance 

41)Of Monsters And Men – Tìu EP

42)Efterklang – Plexiglass EP

43)Beth Orton – Weather Alive 

44)Benjamin Clementine – And I Have Been 

45)The Smashing Pumpkins – Atum Act I 

46)Neil Young & Crazy Horse –  World Record 

47)Iron & Wine – Lori EP

48)Red Hot Chili Peppers – Unlimited Love  *

49)Red Hot Chili Peppers – Return Of The Dream Canteen  *

50)Perfume Genius – Ugly Season  *

*DISCODEMMERDA 2022.

Ci siamo.

Siamo già a Dicembre, e sembra che ormai i giochi siano fatti. In realtà la classifica è pronta da mesi (per una volta mi sono organizzato, per poi procrastinare come al solito alla fine) ed abbiamo un podio sicuro. Aspetto sempre perchè ci può essere qualche ritardatario di Dicembre, ma all’orizzonte non vedo arrivi degni di nota, quindi direi che si può iniziare: ho ascoltato 50 dischi, e la classifica partirà appunto dalla posizione 50 a salire.


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